Prendersi cura della propria salute effettuando importanti controlli di routine ci permettono di prevenire l’insorgenza o l’aggravarsi di moltissime malattie. Per quanto riguarda la donna il Servizio Sanitario Nazionale prevede due programmi di screening: uno al collo dell’utero e l’altro al seno (il terzo è rivolto anche all’uomo e si tratta del colon retto).
Sottoporsi abitualmente e nei tempi indicati dal Servizio Sanitario Nazionale a queste tipologie di esami consente alle donne, in questo caso, di allontanare il rischio di mortalità.
Il primo esame di cui andiamo a parlare è il Pap-test che va a controllare lo stato del collo dell’utero.
L’utero è un organo che fa parte dell’apparato genitale femminile, la parte dove si annida l’ovulo fecondato, dove si posiziona l’embrione che va a svilupparsi durante la gravidanza. Esso è formato da due elementi: il corpo dell’utero e il collo o cervice dell’utero. E’ proprio quest’ultimo a poter diventare sede di infezioni da papilloma virus umano (HPV) che se non curate possono portare al tumore del collo dell’utero.
Il Pap-test è l’esame che consente di esaminare le cellule presenti nel collo dell’utero e deve essere eseguito ogni tre anni a partire dai 25 anni fino ai 64. L’esame consiste nel prelevare una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero attraverso una spatola e un bastoncino cotonato. Dalle analisi effettuate sul campione di cellule è possibile capire se le cellule sono “in salute” oppure hanno una qualche forma di alterazione. Eventuali alterazioni possono essere benigne e legate a infezioni curabili con semplici cure farmacologiche oppure nel caso di atipie cellulari, modifiche più complesse, bisogna seguire un programma specifico. Nei casi più gravi il Pap-test può individuare cellule tumorali trattandosi quindi di carcinoma.
Tuttavia nel corso degli anni la percentuale di donne a cui viene diagnosticato un tumore al collo dell’utero si è abbassato in una proporzione di 1 su 10.000 (www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-alla-cervice-uterina).
Il secondo esame di cui andiamo a parlare è la mammografia.
Il Ministero della Salute prevede che la mammografia venga fatta a partire dai 50 fino ai 69 anni. Prima dei 69 è fondamentale tuttavia sottoporsi abitualmente ad ecografie al seno e autopalpazione.
La mammografia è un esame specifico che consente di rilevare la presenza di cellule tumorali al seno ed evitare l’insorgenza di un cancro. Viene effettuato attraverso il mammografo nel quale il seno viene posto su una base e compresso da un piatto.
Per ogni 1.000 donne di età tra i 50 e i 69 anni sottoposte regolarmente ai programmi di screening e seguite fino a 79 anni di età, lo screening permette di salvare tra 7 e 9 vite. (www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4511&area=Salute+donna&menu=prevenzione).
Il tumore del seno colpisce una donna su otto. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 52.800 nuovi casi: il tumore del seno è il più frequente nel sesso femminile. (www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/prevenzione-donna/seno-autopalpazione-visita-senologica).
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